Ci ha provato fino alla fine, Alessandro Giannessi, a portare a casa una vittoria di prestigio. Contro Philipp Kohlschreiber ha avuto moltissime chance, ma non è stato cinico al momento di sfruttarle. Si spiega soprattutto così il 4-6 6-4 6-3 che ha spedito il tedesco nei quarti della Firenze Tennis Cup – Trofeo Toscana Aeroporti (46.600€, terra). Lo spezzino sapeva di avere chance e lo ha dimostrato in 2 ore e 20 minuti di partita, però è uscito furioso. Non potrebbe essere altrimenti dopo aver intascato un gran primo set e avuto mille chance nei restanti, soprattutto nel terzo. Avanti di un break nel terzo, si è fatto riprendere e poi – dal 3-2 al 5-2 – ha perso due giochi (uno di ben 18 punti) in cui aveva avuto palla game. Ha combattuto alla grande, mettendo in campo cuore e polmoni, regalando tanti punti giocati al fulmicotone al numerosissimo pubblico del CT Firenze (c’erano almeno 400 spettatori). “Kohli”, tuttavia, ha giocato da campione. Ha alzato il livello nel momento del bisogno, quando la palla “scottava” sul serio. Ha vinto quasi tutti i punti importanti, anche se ha concesso qualche chance di troppo a Giannessi. Nel circuito ATP, certe sbavature non gli sarebbero perdonate. “È stato un match giocato sul filo del rasoio, nel primo set sono stato io a perdere tre giochi dopo aver avuto la palla game – ha detto Kohlschreiber – sapevo che sarebbe stato un match equilibrato e che avrei dovuto alzare il mio livello. Nel primo non ho giocato troppo bene, ma poi ho espresso davvero un buon tennis”. Fa impressione vedere un giocatore del suo calibro in un Challenger: soltanto 6 mesi fa batteva Novak Djokovic a Indian Wells e non esce dai top-100 ATP da tredici anni e mezzo.
GLI OBIETTIVI DI “KOHLI”
Non deve essere facile mettersi in gioco nei tornei più piccoli. Quando gli chiediamo dove trova la motivazione, risponde convinto: “Quest’anno ho avuto tanti problemi fisici, soprattutto alla schiena. Raramente ho giocato al 100%, adesso sono felice di essere finalmente a posto sul piano atletico. Il circuito è terribile, perché se perdi tanti match la fiducia scompare. Nei Challeger trovi giocatori molti forti e non è facile emergere. Da qui a fine anno proverò a vincere più partite possibili. Sono molto motivato, credetemi, poi Firenze è davvero un bel torneo”. Lo dice dopo aver percorso in almeno 5 minuti i 30 metri dal Campo Centrale agli spogliatoi, lungo i quali si è prestato a decine di selfie, rispondendo con tanti “grazie” a chi gli faceva i complimenti. “Il torneo di Firenze mi piace molto, c’è una bella atmosfera e il pubblico è stato corretto. Facevano il giusto tifo per il giocatore italiano, ma anche per me. Abbiamo giocato ottimi punti, credo che sia stato bello per noi ma anche per la gente”. Di fronte a un giocatore come Philipp Kohlschreiber, 36 anni tra qualche settimana e quasi mille partite sulle gambe, è inevitabile domandarsi se si sia posto qualche obiettivo per la parte finale della sua carriera. “Certo! – risponde sicuro – prima di tutto vorrei giocare le Olimpiadi di Tokyo l’anno prossimo, inoltre punto ad arrivare a quota 500 vittorie nel circuito ATP, sono molto vicino (attualmente è a quota 465, ndr). Inoltre mi piacerebbe vincere qualche altro torneo ATP, magari in Germania. Come vedete, qualche obiettivo c’è: spero di raggiungerne almeno un paio”. Per mettersi nelle condizioni di riuscirci, la Firenze Tennis Cup sembra il torneo ideale. Per raccogliere punti preziosi, dovrà superare l’ultimo italiano rimasto in gara, il torrese (di Spagna) Raul Brancaccio, autore di una vera e propria maratona. In mattinata aveva superato Pedro Martinez, peraltro partendo ad handicap (mercoledì sera aveva perso il primo set), poi in serata si è ripetuto con Carlos Taberner, molto pericoloso a questi livelli. Davvero un ottimo torneo per un ragazzo silenzioso e lavoratore, proprio come il suo idolo (e mentore) David Ferrer. Dopo l’ace che ha sigillato il 3-6 7-6 6-4 finale, ha fatto il segno della croce prima di salutare l’avversario, che peraltro lo sopravanza di 55 posizioni in classifica (n.232 contro 287). Quello contro Kohlschreiber sarà un match dal grande fascino, il più importante della sua giovane carriera.